Dott.ssa
Valeria Chelo

Psicologa specializzata nell'approccio
Rogersiano fenomenologico

Sono la dott.ssa Valeria Chelo, laureata in Psicologia e specializzata nell’approccio Rogersiano fenomenologico centrato sulla persona. Sono iscritta all’Ordine degli Psicologi della Sardegna e lavoro privatamente a Sassari.

Nel 2008 mi sono laureata in Sociologia a Milano e, successivamente,  in Psicologia a Roma. Nel 2017 ho conseguito il diploma triennale di Counselor Fenomenologico centrato sulla persona presso l’Associazione culturale “Convivium”, fondata dal prof. Vincenzo Graziani, formatosi con Carl Rogers e i suoi collaboratori.

Ho scelto di esercitare come psicologa perché è coerente con i miei valori ed interessi e cioè la ricerca del benessere, l’armonia con se stessi e con gli altri e lo stare bene, fisicamente e psicologicamente. Il senso del mio lavoro sta nell’attenzione e nel rispetto per le persone in quanto tali, aiutarle a prendere maggiore consapevolezza per entrare più in contatto con se stessi, attraverso un’esplorazione di emozioni, bisogni, pensieri e comportamenti, riconoscendo quelli non più utili nel proprio percorso di vita e riscoprendo invece le risorse interne funzionali a far fronte in modo costruttivo alla realtà della vita. L’approccio rogersiano, in cui mi riconosco, afferma che l’essere umano possiede una propensione innata alla realizzazione di se stesso e la terapia psicologica consiste nella liberazione di capacità già presenti nella persona. Questo rappresenta per me fare la psicologa: facilitare l’apertura delle porte sul mondo dell’anima, ritrovare la propria essenza più autentica e diventare ciò che siamo portati ad essere.

Dott.ssa Valeria Chelo Psicologa
Dott.ssa Valeria Chelo

”In ogni organismo, uomo compreso, c’è un flusso costante teso alla realizzazione costruttiva delle sue possibilità intrinseche”

Carl Rogers

IL MIO APPROCCIO

L’approccio che utilizzo è quello rogersiano centrato sulla persona, di orientamento umanistico, che fa riferimento alle teorie di Carl Rogers, psicologo clinico statunitense. Questo approccio sottende una visione ottimista e fiduciosa della natura umana, si basa sul rispetto della persona e sulla fiducia nelle sue potenzialità di recuperare il proprio equilibrio. Una visione della persona come agente di scelte, libera e spontanea. Tal terapia si fonda su principi che rappresentano un “modo di essere” piuttosto che una mera teoria da applicare.

Secondo Rogers ogni persona possiede una tendenza intrinseca che spinge all’autorealizzazione e ad utilizzare le proprie risorse in modo costruttivo, ma, perchè ciò avvenga, sono richieste tre condizioni favorevoli e necessarie che il terapeuta deve possedere perché si manifesti il cambiamento:

(atteggiamento di accettazione dell’altro in quanto persona, senza aspettative o giudizi, in un clima di rispetto profondo per la sua storia)

(atteggiamento di accettazione dell’altro in quanto persona, senza aspettative o giudizi, in un clima di rispetto profondo per la sua storia)

il terapeuta è liberamente se stesso e non assume atteggiamenti di circostanza o maschere; ciò gli permette di entrare in rapporto diretto con l’esperienza del cliente, incontrandolo da persona a persona.

Generalmente si inizia un percorso psicologico spinti da malessere, ansie, sintomi, depressione. Quasi sempre, queste diverse manifestazioni della sofferenza psicologica, sono frutto di una crisi evolutiva. Le crisi che attraversiamo hanno un senso. Sono momenti di passaggio da una fase ad un’altra della vita. La sofferenza psicologica serve a spingerci verso un equilibrio più avanzato, ad evolvere.

Rappresenta un viaggio alla scoperta di se stessi, un percorso di auto consapevolezza e di acquisizione di senso di ciò che si sta vivendo. Iniziare un percorso psicologico significa essere disposti a compiere un’esplorazione di se stessi e godersi, gradualmente, la bellezza del viaggio dentro di se.

Il terapeuta diventa allora il viaggiatore esperto che, senza sostituirsi mai al paziente, lo accompagna nel viaggio, supportandolo nei territori un po’ più oscuri e difficili.

Dopo un primo colloquio conoscitivo dove ci si incontra e si cerca di instaurare una relazione di qualità e di individuare il disagio presente, si concorda il percorso da intraprendere. L’intervento psicologico si svolge attraverso dei colloqui individuali, a cadenza variabile in base alle necessità.

Sono sempre di più le persone che hanno sperimentato o stanno sperimentando una condizione di ANSIA tale da compromettere in maniera più o meno significativa la propria vita quotidiana. Ma che cosa è l’ansia? Di per sé non è un fenomeno anormale ma si tratta di un’emozione di base che tende ad attivare l’organismo di fronte ad un pericolo, permettendoci quindi di fronteggiare e superare situazioni pericolose e aiutandoci nella sopravvivenza.

Tuttavia, se l’ansia si protrae per periodi prolungati della nostra vita, l’attivazione diventa eccessiva e crea un profondo disagio che non ci permette di vivere serenamente la quotidianità e ci rende difficili e complicate anche attività considerate banali come uscire, guidare, svolgere delle commissioni e lavorare.

Quali sono i segnali a cui dobbiamo prestare attenzione e che indicano la necessità di chiedere un supporto esterno?

  • SINTOMI FISICI:
    vertigini, sudorazione, aumento della frequenza cardiaca,nausea, tensione muscolare e disturbi intestinali, difficoltà ad addormentarsi, perdita della concentrazione, formicolii, derealizzazione e depersonalizzazione

  • SINTOMI MENTALI:

    Senso di vuoto mentale, preoccupazione eccessiva verso alcune situazioni o persone, attivazione di immagini, ricordi e pensieri negativi, messa in atto di comportamenti protettivi (farsi accompagnare, assumere ansiolitici al bisogno, ecc.).
    Quando l’ansia diventa estrema e incontrollabile è utile un intervento professionale che possa aiutare la persona a gestire i sintomi così fastidiosi e invalidanti. Chiedere aiuto ad un professionista esterno e iniziare un percorso di sostegno e comprensione profonda del disagio, non solo migliora il proprio livello di consapevolezza ma permette anche di individuare e comprendere le strategie necessarie per fronteggiarlo.

  • ATTACCHI DI PANICO:

    sono episodi di improvvisa ed intensa paura, in cui l’ansia subisce una rapida escalation. Il primo episodio è considerato generalmente un “fulmine a ciel sereno”, che spaventa così profondamente la persona da portarla spesso a ricorrere a figure mediche. In questa prima fase prevale infatti la sintomatologia fisica (sensazione di soffocamento, tachicardia, palpitazioni, ecc.). Quasi sempre seguono altri attacchi di panico a distanza più o meno ravvicinata, provocando la cosiddetta “ansia anticipatoria”, vale a dire la paura che si possano scatenare degli attacchi di panico improvvisi e paralizzanti. La qualità della vita della persona viene alterata e spesso gravemente compromessa. La persona inizia a mettere in atto comportamenti evitanti verso tutte le situazioni potenzialmente ansiogene e perde parte della propria autosufficienza (smette di guidare la macchina, non va a fare la spesa o al lavoro).

    Come si manifesta un attacco di panico? Ha solitamente un esordio improvviso e dura circa dai 10 ai 20 minuti. La persona sperimenta un profondo senso di angoscia e diversi sintomi fisici, accompagnati da una sensazione reale di morire o impazzire. La persona non percepisce più nessun controllo e ciò aumenta l’angoscia. Gli attacchi di panico possono avere cause diverse e manifestarsi in vari contesti (luoghi chiusi, aperti, affollati, etc.).

E’ un disturbo dell’umore che non ha niente a che fare con il poter avere una giornata storta, in cui siamo giù di corda, tristi e “ci sentiamo un po’ depressi”. La depressione presenta molti altri sintomi e si prolunga nel tempo. Tra i sintomi principali abbiamo: 

– Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni (la persona si sente triste, vuota, disperata, oppure tende al pianto e alla lamentazione)

– Marcata diminuzione di interesse o piacere per tute o quasi le attività che prima interessavano e davano piacere. Spesso si presentano stanchezza, affaticamento, mancanza di energie e demotivazione

– disturbi del sonno

– aumento o diminuzione significativa dell’appetito

– ridotta capacità di pensare o di concentrarsi, mantenere l’attenzione e prendere decisioni.

Il sintomo soggettivo prevalente è la sensazione di essere inutile, negativo o continuamente colpevole che può arrivare all’odio verso di sé.

La relazione di coppia non è stabile, ma tende a cambiare ed evolvere nel tempo; molte persone si sentono paralizzate da una serie di problematiche nella relazione che conferiscono uno stato di malessere e disagio ad entrambi i membri e a cui, da soli, non riescono a trovare una soluzione efficace. L’obiettivo principale di una terapia di coppia diventa quello di prendere consapevolezza ed affrontare i conflitti, attraverso l’individuazione delle difficoltà nella modalità di interazione presenti nella coppia, acquisendo nuovi modi di relazionarsi a sè e all’altro che promuovano il benessere della coppia. Quando ci si rivolge per una terapia di coppia?

problemi di comunicazione

divorzio e separazione

disaccordo sull’educazione dei figli

conflitti e discussioni frequenti

dipendenze affettive

problemi di gestione delle emozioni come la rabbia e la gelosia

frustrazione e delusione perché la relazione non risponde ad aspettative pregresse

Desiderare un figlio e vivere la difficoltà o l’impossibilità di concepirlo, può rivelarsi un’esperienza profondamente dolorosa. L’infertilità è una “variabile imprevista” nel ciclo di vita di una famiglia che assume numerosi significati non solo a livello individuale ma anche sociale e familiare.
Il senso di fallimento, delusione, impotenza, rabbia che possono derivarne mettono a dura prova non solo l’equilibrio psico-fisico individuale, ma anche il legame di coppia. Scopo del sostegno psicologico è aiutare la coppia affinché possa affrontare il proprio disagio e riuscire a mantenere una solidità e un’intimità tale da consentire di superare l’evento. 

supporto i genitori nel riconoscere e affrontare situazioni o processi di crisi nella crescita del proprio figlio. Quando è utile chiedere il sostegno alla genitorialità? Quando sono presenti difficoltà persistenti nel rapporto con il proprio figlio/a, per svariati motivi:

  • Eventi psicosociali stressanti (lutti, malattie, separazioni coniugali)
  • Crisi esistenziale del figlio/a adolescente
  • problematiche nella relazione educativa
  • psicopatologia del figlio/a (diventa importante per i genitori essere sostenuti e contare su uno spazio di ascolto rispetto all’impatto emotivo che si sta vivendo)

Dove ricevo

https://www.guidapsicologi.it/studio/dottssa-valeria-chelo
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Ricevo su appuntamento presso lo studio:

Sassari (SS) Via Taramelli 2B

Per info e appuntamenti: cell. +393477589576

email: valeriache@gmail.com

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